Avis Everhard, la protagonista, narra in prima
persona le ingiustizie e i soprusi perpetrati alla povera gente negli Stati
Uniti, al tempo della Comune di Chicago. La protagonista, viziata rampolla di
una famiglia perbene, si innamora di Ernest Everhard, giovane rivoluzionario
socialista, maniscalco e filosofo che la conduce prima alla consapevolezza
dell'esistenza di una classe di sfruttati, poi a quella dell'esistenza della
"macchina invisibile" della società plutocratica.
London narra del nascente Partito Socialista degli
Stati Uniti d'America in chiave romanzata e sottile, e, usando l'espediente che
il romanzo non è altro che il manoscritto redatto da Avis Everhard, colloca il
suo ritrovamento in un lontano futuro in cui la dittatura del tallone di ferro
è stata sconfitta.
Il romanzo finisce in chiave aperta,
interrompendosi bruscamente, come per far capire al lettore che la storia
potrebbe essere ambientata in qualunque luogo e in qualunque tempo, e che i
veri protagonisti della storia sono i lettori, che possono cambiare il corso
degli eventi.
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