Corrado
Silla, giovane e sconosciuto scrittore, viene chiamato a R. dal conte Cesare d'Ormengo per scrivere un libro
di scienze
politiche. Cesare vuole dargli una mano: sa che il ragazzo, figlio
di una sua cara amica scomparsa, è in difficoltà economica. Silla si presenta
nel suo Palazzo senza conoscere il conte, che lo ha
invitato tramite una lettera. Cesare gli rivela l'amicizia che lo legava alla
madre, quindi lo scrittore decide di rimanere con lui. Nella casa del conte,
Corrado stringe amicizia con il segretario tedesco Steinnegge. Poi conosce la
marchesina Marina Crusnelli di Malombra, nipote di Cesare per parte di madre, e
se ne invaghisce. Ma lei, nonostante provi gli stessi sentimenti nei suoi
confronti, lo respinge mostrandosi fredda e pungente, pensando che il giovane
sia il figlio illegittimo dello zio e che voglia sposarla per avere i suoi
beni. Marina è misteriosa e attraente. Nasconde un segreto: a causa di alcuni
oggetti ritrovati in uno stipo segreto, si crede la reincarnazione di una sua
antenata di nome Cecilia Varrega. Infatti le parole del manoscritto trovato tra
quelli oggetti, firmato dalla prima moglie del nonno materno, esortavano
chiunque le leggesse a credersi la nuova incarnazione di Cecilia. È nata dunque
in Marina l’idea di vendicare Cecilia, che a causa del suo tradimento era stata
segregata nel Palazzo dal marito fino a morirne. Il conte
Cesare, con il quale Marina ha rapporti conflittuali, è il figlio
dell'oppressore di Cecilia, per cui anche l'obiettivo della vendetta.
Dopo la scoperta di quelli oggetti, la marchesina ha
letto per caso il libro Un
sogno, scritto dall'autore Lorenzo, che altri non è che Silla. La giovane
ha deciso di scrivere una lettera al tale per chiedergli cosa pensasse della
libertà e della plurimità delle esistenze. Silla le ha risposto, illudendosi di
avere a che fare con una nobil donna dai saldi valori. È così iniziata tra i
due un'amorosa corrispondenza epistolare, che lui ha deciso di interrompere a
causa dello spirito pungente di lei. Dall'altra parte, Marina, che si firmava
con il nome di Cecilia, è rimasta delusa dalle pretese dello scrittore, che
voleva un legame filosofico sentimentale.
Ora al Palazzo Silla le ha inviato un'altra lettera,
che attribuisce ad una notte insonne. Durante una partita a scacchi, Marina gli
dice di essere stata offesa da alcune parole, che il giovane riconosce come
quelle della sua epistola. Corrado si accorge così che la marchesina è la sua
corrispondente Cecilia.
Intanto, Marina continua ad offenderlo pubblicamente,
e allora Silla rinuncia al suo incarico presso il conte e decide di ritornare a Milano (la prima causa è il timore di
avvicinarsi a Marina). Ma nella notte, prima di partire, incontra la marchesina
sul lago, a bordo della sua lancia Saetta.
Lei lo aggredisce pensando che sia venuto a spiarla, ma lui protesta la sua
lealtà. Nel frattempo sorge una tempesta, e la luce di un lampo illumina lo
sguardo della marchesina, che esprime senza parole i suoi sentimenti per
Corrado. Lo scrittore riesce a riportare Saetta al sicuro nella darsena. Marina
inciampa scendendo dalla lancia e cade tra le braccia di Silla, che la stringe
e le sussurra il nome di Cecilia. Poi il ragazzo si allontana, mentre Marina
capisce che lui e Lorenzo sono la stessa persona.
Corrado non è più a R. e intanto viene combinato un
matrimonio tra Marina e un suo cugino, Nepo, che vuole sposare la marchesina
per ottenere le ricchezze del conte. Questo si è presentato nel Palazzo di Cesare insieme alla madre, la
contessa Fosca, cugina del d'Ormengo. Con loro, la dolce Edith, che ha trovato
la strada del Palazzo grazie alla guida della mamma di Nepo.
Lei ha subito chiesto di Steinnegge, e quando lo ha incontrato gli ha detto di
avere notizie della figlia che lui è stato costretto a lasciare anni addietro.
Poi gli ha rivelato di essere la figlia stessa. Tra i due Steinnegge si è
subito instaurato un bellissimo rapporto. Ma Edith, molto religiosa, teme che
il padre, non credente, non riceva la ricompensa divina dopo la morte e che,
quindi, venga separato da lei. È dunque suo intento ricondurre Steinnegge alla
fede, ma senza costrizioni. È importante che il buon segretario di Cesare,
nonostante la sua avversione per i preti, provi immediata simpatia per don
Innocenzo, che diventa grande amico suo e della figlia. Marina stima Edith, pur
consapevole di un sentimento avverso (la marchesina disprezza Steinnegge). Sa
che il segretario di suo zio ha accettato la proposta della figlia: trasferirsi
a Milano, dove lui si guadagnerebbe da vivere dando lezioni di lingua tedesca
(questo sarà il nuovo mestiere di Steinnegge). A Milano vive anche Silla, così
Marina chiede ad Edith di farle avere notizie di lui. Inoltre accetta con
dolore la proposta di matrimonio di Nepo, affinché Edith possa riferire delle
nozze a Corrado (in questo modo spera di arrivare all'amore dello scrittore).
Silla ed Edith si trovano a Milano. Il giovane è ora
un allievo del suo caro amico Steinnegge. Nasce in lui un sentimento per la
figlia dell'insegnante, ed è ricambiato nel suo amore. Non lo infastidisce
sentir parlare del matrimonio di Marina (non sa che in realtà non si è ancora
celebrato); ha lentamente dimenticato la torbida passione che provava per la
marchesina gettandosi negli studi (sensualismo sublimato presente in tutte le
opere di Fogazzaro). Il sentimento che ora nutre per Edith si basa
principalmente sulla speranza di un legame tra due anime, non si riduce a cruda
passione sensuale. Con la ragazza Silla riesce ad esprimere i suoi principi e,
quindi, a manifestare il suo valore. Edith lo comprende benissimo, essendo
un'anima a lui congeniale. Durante una conversazione, Corrado promette ad Edith
una copia del libro Un sogno.
La ragazza sembra entusiasta, ma quando lo scrittore le porta il racconto a
casa, Steinnegge lo accoglie amichevolmente, mentre la figlia pare non
prestargli molta attenzione. Dunque Silla viene per la terza volta respinto,
anche se con sofferenza: Edith lo ama, ma non vuole lasciare solo il padre, da
cui lei si allontanerebbe accettando l'amore di Corrado. Questo intanto
ricomincia a pensare a Marina, che gli risveglia i sensi. Con sua sorpresa
riceve un telegramma della marchesina, che lo richiama a R.: il conte è malato.
Marina è la reale causa del malessere di Cesare, che ha subito uno shock quando
la nipote gli ha gridato di essere Cecilia, tornata per vendicarsi.
Il ritorno di Corrado alla villa accentua la pazzia di
Marina, che crede di vedere in lui l'antico amante di Cecilia, l'ufficiale
Renato. Quando i due si rivedono, Silla si dimostra appassionato, e la
marchesina gli dà appuntamento per la sera successiva. Intanto Edith e
Steinnegge ritornano a R. per far visita a don Innocenzo, presso cui padre e
figlia rimarranno ospiti per qualche tempo. Il loro arrivo era già stato
annunciato al prete da Edith, che tramite lettera gli aveva detto di dovergli
parlare. Ora gli svela il suo amore per Silla e la ragione del suo rifiuto.
Confessa anche di temere che Corrado sia venuto a R. perché d'accordo con
Marina, e che il giovane compia azioni disoneste. Don Innocenzo allora le
consiglia di scrivergli e rivelargli la ragione del suo gesto, affinché il
ragazzo si risollevi.
La sera Silla incontra Marina, che lo porta nella sua
stanza. Lui desidera l'amore, ma lei vuole prima convincerlo della sua reincarnazione,
quindi gli fa leggere il manoscritto dell'antenata. Silla non crede alla storia
di Cecilia e Renato. Marina vuole la collaborazione di Corrado nella punizione
del conte, cosa che il giovane rifiuta quando si rende conto della pazzia della
marchesina: la cameriera di Marina, sorpresa nel trovare lo scrittore insieme
alla sua padrona, riferisce che Cesare sta morendo; la nipote sembra tutt'altro
che dispiaciuta (il suo piano sta avendo successo). Il conte muore, ma Marina
non gli porta rispetto e continua a rinfacciargli la vendetta di Cecilia. Silla
allora la porta fuori dalla camera del deceduto. Quando esce dalla stanza di
lei, il ragazzo incontra Steinnegge (venuto a trovarlo al Palazzo). L'amico gli parla, ma
lui non risponde. Prima che Steinnegge se ne vada, il giovane gli dice di
riferire ad Edith che lui è caduto in fondo. L'uomo non comprende perché debba
riferire queste parole proprio alla figlia (solo poi si renderà conto
dell'affetto che la sua bambina provava per Silla). In seguito Corrado si sente
disonorato per ciò che stava per fare con Marina. Trova la lettera di Edith, la
legge, ma ormai è tardi. Successivamente viene a sapere che la marchesina
desidera che egli parta. Lui non vuole lasciarla (privo di ogni sentimento, è
deciso a sposarla, nonostante la pazzia di lei), ma lentamente si convince.
Marina stessa lo chiama nella sua stanza per chiedergli di lasciare R.. Silla
si mostra disposto ad esaudire il volere della ragazza, persino indifferente al
fatto che lei si ricongiunga a Nepo (andato via dopo la morte di Cesare, che
non ha intestato a lui alcun bene). Esce quindi dalla camera della marchesina,
che si adira del fatto che lui non si sia reso conto che si trattava di una
prova. Corrado deve andar via, ma viene convinto a rimandare la partenza dopo
il pranzo organizzato in loggia da Marina. Il giovane però non vi prende parte,
e lavora nel salotto accanto alla loggia.
Marina è sempre più preda della pazzia. L’ossessione
della donna giunge al parossismo e, pensando che lo scrittore non la ami più,
perde definitivamente il lume della ragione, si avvicina a Corrado nel salotto
e, dopo avergli augurato un buon viaggio, lo uccide con un colpo di pistola.
Poi riesce a fuggire, nonostante il tentativo da parte degli invitati al pranzo
di fermarla. Scompare in Val Malombra. Edith piange amaramente l'amato. Non può
neanche difenderlo dalle critiche che gli si muovono: viene considerato un poco
di buono perché si pensa che egli fosse tornato a R. d'accordo con la
"matta". Ma Edith sa che non è così e ricorderà sempre Silla come un
ragazzo pieno di virtù.