martedì 5 novembre 2013

Rabbia e camorra, di Antonio Montanaro


Pochi mesi per una vita che sta cambiando. ‘O professore – il nomignolo gli è stato affibbiato, probabilmente per il suo essere anomalo rispetto al contesto, al suo arrivo nel quartiere di periferia dove ha scelto di vivere – è un trentenne che lavora come grafico. La sua vita sembrava svolgersi secondo canali quasi obbligati; normali, se preferite. La sua vita cambia per una scoperta amara: rabbia e violenza si annidano in ognuno di noi e stanno lì silenti, in agguato. L’occasione e la difficoltà a controllarsi gettano nel panico e il rimedio consiste nel confinarsi in una periferia dove la rabbia, la violenza, la marginalità sono l’essenza stessa della relazione sociale. Senza svelare troppi dettagli, ‘O professore familiarizza sempre più con le regole non scritte di una periferia napoletana stretta tra emarginazione e camorra; l’amore o l’odio, i sentimenti in genere, s’incanalano in meccanismi ai quali non è dato sottrarsi. Non c’è più via di scampo e bisognerà vivere le emozioni fino in fondo. Quando la sua vita era “regolare” e incanalata, la periferia sembrava un mondo lontano, sociologicamente spiegato con luoghi comuni e immagini di comodo. ‘O professore – che non a caso ha appeso nel cesso la sua laurea in sociologia – comprenderà sempre più a fondo i sogni, le sconfitte, le paure e le speranze di una carrellata di personaggi che gli si offrono senza troppo pudore. Le sue scoperte più dure sono, probabilmente, l’impossibilità a prendere le distanze da quel mondo che sembrava lontano e l’impossibilità a pensarsi diverso da quelli che, visti da lontano, sembravano strani “mostri” e, visti da vicino, si sono lasciati scoprire come persone in cerca di un destino.

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