Pochi mesi per una vita che sta cambiando. ‘O professore –
il nomignolo gli è stato affibbiato, probabilmente per il suo essere anomalo
rispetto al contesto, al suo arrivo nel quartiere
di periferia dove ha scelto di vivere – è un
trentenne che lavora come grafico. La
sua vita sembrava svolgersi secondo canali quasi obbligati; normali, se
preferite. La sua vita cambia per una scoperta amara: rabbia e violenza si
annidano in ognuno di noi e stanno lì silenti, in agguato. L’occasione e
la difficoltà a controllarsi gettano nel panico e il rimedio consiste nel
confinarsi in una periferia dove la rabbia, la violenza, la marginalità sono
l’essenza stessa della relazione sociale. Senza svelare troppi dettagli, ‘O professore familiarizza sempre più con
le regole non scritte di una periferia napoletana stretta tra emarginazione e
camorra; l’amore o l’odio, i sentimenti in genere, s’incanalano in meccanismi
ai quali non è dato sottrarsi. Non c’è più via di scampo e bisognerà vivere le
emozioni fino in fondo. Quando la
sua vita era “regolare” e incanalata, la periferia sembrava un mondo lontano,
sociologicamente spiegato con luoghi comuni e immagini di comodo.
‘O professore – che non a caso ha appeso nel
cesso la sua laurea in sociologia – comprenderà sempre più a fondo i sogni, le
sconfitte, le paure e le speranze di una carrellata di personaggi che gli si
offrono senza troppo pudore. Le
sue scoperte più dure sono, probabilmente, l’impossibilità a prendere le
distanze da quel mondo che sembrava lontano e l’impossibilità a pensarsi
diverso da quelli che, visti da lontano, sembravano strani “mostri” e, visti da
vicino, si sono lasciati scoprire come persone in cerca di un destino.
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