mercoledì 6 novembre 2013

Cambiamenti, di Mo Yan


Credo sia doveroso un omaggio a Mo Yan, premio nobel per la letteratura del 2012, e questo libro edito dalla casa editrice Nottetempo è l’occasione migliore, in attesa che finisca di rileggere il suo capolavoro, Sorgo rosso.
Ricordo, quando acquistai quest’ultimo volume per regalarlo a mia moglie. Ricordo che la sua lettura fu una scoperta entusiasmante e mi indusse a scoprire altri scrittori cinesi, primo fra tutti Acheng. Ma leggendo “Cambiamenti”, mi sono accorto di come questo grande scrittore sia riuscito a raccontare la sua storia in un romanzo che contiene le storie di tanti personaggi, dal maestro Liu bocca larga al ribelle He Zhiwu, da Lu Wenli, la sua bella compagna di banco alle elementari, al tecnico Zhang e persino l’epopea del camion Gaz 51.
Non è pudore quello di Mo Yan, è la passione per la narrazione che fa diventare la sua biografia la sommatoria di tante narrazioni.
Altro aspetto fondamentale è l’ironia che è capace di usare nel descrivere luoghi e personaggi, come la presentazione di se stesso nella scuola elementare che frequentava nel suo piccolo paese. Un piccolo ragazzo sfigato che, nonostante il suo amore e il suo impegno nello studio, aveva la capacità di catalizzare su di sé una negatività che lo ha portato persino all’espulsione. Questo provvedimento, però, ha dovuto fare i conti con la determinazione del giovane Mo, la sua tenacia che non consentiva a nessuno di cacciarlo fuori perché ancor prima che rientrassero nella scuola lui era già in fondo alla classe, appoggiato al muro. Che dire poi della partita di ping pong tra il maestro Liu e Lu Wenli che viene interrotta perché un colpo troppo forte della bella ragazza ha come conseguenza di mandare la pallina nella bocca del maestro.
Ma, devo ammetterlo, il protagonista di cui mi sono innamorato è il camion residuato russo della guerra di Corea che il padre di Lu Wenli faceva sfrecciare sulle strade di campagna e in quelle del paese anche a costo di rendere vittime della sua velocità alcune povere galline. Ho sentito in questo racconto la voglia di libertà del giovanissimo Mo Yan  che, in fondo, era un ribelle come He Zhiwu, solo che i suoi desideri di evasione coincidevano con il suo bisogno di conoscenza.
E qui ci si scontra con una Cina che non conosciamo a fondo e che, quando ero un giovane comunista del Movimento Studentesco, non potevo conoscere perché troppo accecato dal mio bisogno di certezze sulla possibilità di un mondo migliore, per realizzare il quale era possibile ogni rinuncia.
Lo sforzo di raggiungere un livello di studio universitario si scontra con la realtà di appartenere alla categoria dei contadini medi. Quindi l’unica strada che rimane allo scrittore è quella di entrare nell’esercito. Ma anche qui il suo percorso ha una progressione che non ha linearità e, in qualche caso, neanche una logica. Come quando gli viene offerto un posto per frequentare l’Istituto superiore dell’esercito e diventare ingegnere. Unico ostacolo a questa possibilità è che il soldato Mo Yan ha frequentato solo le elementari e non sa nulla di matematica, fisica e chimica. La solidarietà del radiotecnico Ma lo indurrà a uno studio intenso che in sei mesi gli consente di colmare, almeno in parte, le sue lacune. A quel punto gli comunicano che quel posto non c’è più. Contemporaneamente un gruppo di ispettori rimane impressionato da una bella lezione di trigonometria che egli è in grado di proporgli e grazie alla quale viene trasferito al Corpo di addestramento di Beodiung in qualità di istruttore. Ma, nel frattempo, ha la meglio la sua voglia di scrivere e di studiare letteratura e ancora la strada sarà ancora tortuosa.
Mi piacerebbe andare avanti, ma consiglio a chiunque mi legga, di comprare questo volume. È un modo di scrivere i propri ricordi permettendo al lettore di vedere il protagonista con gli occhi degli altri personaggi che consentono anche di vedere una Cina che vive dei cambiamenti sempre più veloci e radicali.

Per scaricare questo ebook in formato PDF basta cliccare sull'immagine della copertina


Nessun commento:

Posta un commento