martedì 29 ottobre 2013

Giacinta, di Luigi Capuana


Nel 1879 Capuana pubblica "Giacinta", il suo primo romanzo. In esso si racconta di una donna che subisce una violenza sessuale da bambina ed è costretta a scontare questa "colpa" per tutta la sua vita, fino al suicidio. E' più che evidente la crittica implicita dell'autore a questo pregudizio sociale. 
E' anche interessante la presenza di un medioo, uno scienziato, che con la propria razionalità non riesce a penetrare la complessità della condizione femminile della protagonista nè il meccanismo autodistruttivo che è in atto in ella. Non a casa la soluzione che il medico riuscirà a dare alla donna è nello strumento che le offre, involontariamente, per togliersi la vita, Il curaro che doveva servire come medicinale per il padre, infatti, le darà la morte.
"Giacinta" fu il primo romanzo naturalista ad uscire in Italia e venne bollato come "immorale"

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