Una
giovane donna, Olì, appare nelle prime pagine del romanzo e ricompare solo
nelle ultime per concludere tragicamente una storia di cui rimane protagonista
assoluta, pur nascosta dietro il lungo svolgimento di una vicenda d’assenza
solo apparente. La ragazza, poverissima e perdutamente infatuata di un uomo
bugiardo e già ammogliato, che la illude di poterla un giorno fare sua
legittimamente, cacciata di casa a causa dell’imminente maternità, si allontana
dal paese e fa sparire ogni traccia di sé dopo aver abbandonato il figlio
davanti all’abitazione del padre naturale. Il bambino, Anania, verrà
riconosciuto e allevato nella casa paterna, amorevolmente e altruisticamente
accudito dalla madre adottiva.
In
apparenza, il romanzo Cenere gravita
attorno alla figura del giovane Anania, il quale, grazie all’aiuto economico di
un benefattore, tenta l’affrancamento dal proprio destino di ignoranza e
miseria, recandosi prima a Nuoro, poi a Cagliari e infine a Roma, per
intraprendere gli studi giuridici. E intanto, nel suo cuore coltiva,
ricambiato, un amore dapprima infantile e via via sempre più coinvolgente per
Margherita, la figlia del suo padrino. In realtà, tutto il lungo peregrinare di
Anania, è indirizzato all’ossessiva ricerca della madre, amata e detestata, dal
cui ritrovamento, accompagnato dalla diretta conoscenza della realtà indecente
e oscura della sua vita, egli crede di poter trarre liberazione e riscatto.
Questo è, alla fine, il vero scopo, la meta parossistica dell’intera esistenza
del giovane: ritrovare quella madre spregevole e vile, eppure adorata e
rimpianta perché mai interamente posseduta.
La
ritroverà disperata, ridotta alla fame e, soprattutto, macchiata da una vita
disonesta di cui egli aveva implicita coscienza, ma si era sempre intimamente
rifiutato di accettare.
La
condannerà e le imporrà di legarsi a lui per un’espiazione comune,
autodistruttiva e cieca, in nome di un dovere e di un amore filiale che egli
stesso vorrebbe disconoscere.
Olì,
suicidandosi, porrà fine alla disperata follia del figlio, che ricongiungendosi
a lei aveva deciso la propria condanna a morte di fronte al mondo, all’amore,
alla felicità.
La
figura di Olì, reale eppure celata protagonista del romanzo, fino alla tragica
conclusione che la riporta alla ribalta della storia con tutta la caparbietà di
una suprema vocazione al martirio, è l’ombra che oscura la fanciullezza e i
sogni adolescenziali di Anania; ma nel darsi la morte, la donna non cerca un
riscatto personale, bensì la liberazione del figlio, cui regalerà ancora una
volta la vita.
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